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ANSIA

Di cosa stiamo parlando?

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L’Ansia si identifica come una “predizione di insorgenza di una minaccia” e in modo ancora più chiaro e meno drammatico: “Quell’insieme di sensazioni e percezioni che avvertiamo quando siamo di fronte ad una situazione che crediamo di non saper fronteggiare”...

 

Chi legge queste parole ed è afflitto da questa piaga, avrà certamente approfondito questo tema leggendo nella rete le più disparate definizioni e possibili correttivi, ma si sarà imbattuto sicuramente in un'eludibile verità: l'ansia non si può “debellare”, non ci si può liberare da essa ma si può efficacemente gestire per poterci occupare più liberamente delle cose della nostra vita.
Senza l’ansia, il genere umano non avrebbe potuto sostenere la battaglia della sopravvivenza, saremmo certamente scomparsi dalla faccia della terra millenni addietro. 

L’ansia è un insostituibile meccanismo di difesa, ci permette di avvertire un pericolo e di predisporre mente e corpo a reagire in pochi millisecondi con le armi a nostra disposizione, che al massimo della loro espressione si realizzano con l’attacco o la fuga.
Innumerevoli studi  hanno dimostrato che una quantità sostenibile di Ansia non solo non crea ostacoli, ma produce effetti migliorativi sul compito o l’azione che dobbiamo svolgere.

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Provate a pensare di dover svolgere un compito, un’azione, un discorso, magari per la prima volta: poco prima di affrontarlo una “musica” nella testa ci predispone a svolgerlo in modo più efficace, ci aiuta ad affinare i sensi e pre-allertare i muscoli affinché l’intero nostro sistema possa prepararsi nel migliore dei modi all’evento.
Col passare dei minuti questa musica si alza di volume, diventa fastidiosa, ostile, distoglie l’attenzione sul compito e ci porta a concentrarci solo su di essa nel tentativo di abbassarla...quando non ci riusciamo, cominciamo ad entrare in confusione. 
La testa e la vista si annebbiano, il cuore batte forte, il sudore bagna prima la fronte e poi il corpo, addio concentrazione. 

 

I sintomi legati all’ansia sono numerosi: nodo alla gola, respiro affannoso, sudorazione, ritmo cardiaco accelerato, preoccupazione costante o frequente, derealizzazione (sensazione di irrealtà), fame d’aria (dispnea), pressione toracica, confusione, paura di morire o di impazzire, ipercinesi, panico, logorrea, (si parla in modo irrefrenabile), deconcentrazione, umore altalenante, disturbi del sonno, alimentazione sregolata.

 

Stress da lavoro, relazioni “tossiche”, abbandono, insuccessi, vergogna, separazioni, uso di sostanze stupefacenti, episodi traumatici, abuso di alcol, cambiamento repentino del tenore di vita, lutti, percezioni sul cambiamento del clima, guerre, persino un trasloco complicato possono innescare stati ansiosi.

Dopo un periodo di tempo prolungato questi circuiti ansiosi possono autorigenerarsi, attivarsi e procedere da soli anche in assenza di uno stimolo esterno.
Risultato? Paura delle situazioni pubbliche, ritiro sociale, rifiuto o abbandono dei compiti da svolgere, peggioramento generalizzato della salute, trascuratezza dello studio o del lavoro, dubbi sulle nostre capacità personali e sociali.

 

“Mi sono preoccupato di molte cose nella vita, la maggior parte delle quali non sono mai accadute.”  - Mark Twain

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Teniamo ben presente che ciò che ci mantiene in uno stato di sofferenza non è tanto l’ansia in sè, quanto piuttosto i nostri tentativi di non sentirla, evitarla, annullarla.

Questi circoli viziosi ci mantengono sempre sull’attenti anche quando siamo in assenza di qualsiasi minaccia, ecco che allora in alcuni casi il modo migliore per combattere l’ansia è “smettere di combatterla”.

In presenza di ansie non episodiche ma ricorrenti un Terapeuta esperto può darvi un aiuto e rendervi più esperti a fronteggiare, anche da soli, il cammino sull’incertezza che ci pone l’esistenza e che a tutti capita di dover affrontare. 


L’ansia cattiva è una reazione appresa, ciò significa che la possiamo disapprendere.

A facilitare questo intervento ci sono molte risorse: un ascolto mirato ed attento può far emergere la necessità di iniziare a procedere con la mindfulness, il training autogeno, il Biofeedback. Tutti strumenti che aiutano ad intervenire sulla base somatica (il corpo) per cominciare a desensibilizzare le reazioni all’ansia, fino a prevenirle.

Il resto lo si affronta con la Terapia Cognitiva, per far emergere i pensieri, le convinzioni distorte e più in generale i sistemi di credenze che ruotano attorno all’ansia ed a esaminare le condizioni che la generano e la alimentano. 

Atra risorsa importante per affrontare l'ansia si rivolge all’esposizione, ossia la progressiva e concordata apertura alle esperienze nel mondo. 
L’ansia ha spesso come conseguenza un lento e crescente ripiegamento su se stessi... è un effimero tentativo di proteggersi quando in realtà si rischia solo di peggiorare il problema. 
La persona ansiosa si allontana da situazioni di socialità portandola alla perdita di importanti appoggi relazionali (non virtuali, ma reali) ;

Tutto ciò rischia di inficiare la costruzione dell’identità personale nel caso degli adolescenti e di indebolire il suo consolidamento nel caso degli adulti.

Dott. Andrea Luca Bossi                                

Psicologo - Psicoterapeuta                              â€‹â€‹

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